Dott.  
			Armando Manocchia: 
				
				 
				
				A 
			partire dal Concilio Vaticano II (1962-1965), le infiltrazioni 
			massoniche all'interno della Chiesa cattolica sono diventate sempre 
			più consistenti. Il progressismo e il relativismo sono stati usati 
			come armi per minare la fedeltà alla Tradizione. 
				
				 
				
				L'arcivescovo Marcel Lefebvre, scomunicato da Giovanni Paolo II nel 
			1988, ha quindi sentito che il cattolicesimo era sull'orlo del 
			baratro?
				
				 
				
				Monsignor Carlo Maria Viganò:
				
				
				 
				
				Certamente. 
				
				
				 
				
				Monsignor Lefebvre è stato uno dei pochi, pochissimi prelati che ha 
			voluto denunciare la rivoluzione conciliare, comprendendone la 
			natura sovversiva. 
				
				 
				
				E dico 
			"chi voleva" perché tanti altri prelati hanno capito che era in atto 
			una vera rivoluzione. Alcuni la vedevano come un pericolo, altri come 
			una "primavera della Chiesa". 
				
				 
				
				Ma tra 
			coloro che vedevano il pericolo, quasi nessuno sapeva denunciarlo 
			apertamente. 
				
				 
				
				Comprendiamo oggi il merito storico dell'arcivescovo Lefebvre di 
			essersi ribellato alla linea dettata dal politburo conciliare e di 
			aver creato le premesse per un ritorno della Chiesa alla dottrina e 
			alla Santa Messa di tutti i tempi. 
				
				 
				
				 
				
				 
				
				Dott.  
			Manocchia: 
				
				 
				
				La St.  
			Gallenmafia può essere considerata una sorta di World Economic Forum 
			ecclesiastico?
				
				 
				
				Monsignor Viganò:
				
				
				 
				
				Se 
			identifichiamo il 
				
				World 
			Economic Forum
				come 
			una lobby privata che ha collocato i suoi adepti nei posti più 
			importanti delle istituzioni pubbliche nazionali e internazionali 
			per imporre l'agenda globalista contro la volontà dei cittadini, è 
			certamente opportuno vedere un parallelo con la mafia di St.  Gallen. 
				
				
				 
				
				Allo 
			stesso modo, questa cabala di congiurati collocava i suoi agenti 
			anche nella Curia romana e negli organi periferici della Chiesa, 
			così come imponeva l'agenda conciliare contro la volontà dei fedeli. 
				
				
				 
				
				Ma come 
			nella sfera pubblica non c'è solo il World Economic Forum, così 
			nella sfera ecclesiasticanon c'è solo la
				
				
				mafia 
			St.  Gallen. Siamo 
			di fronte a un colpo di stato globale che coinvolge sia la società 
			civile che la Chiesa. 
				
				 
				
				Entrambi 
			sono infiltrati e controllati da personaggi che usano il loro potere 
			e l'autorità che ne deriva, non ai fini delle istituzioni che 
			governano, ma per distruggerle. 
				
				 
				
				Questa 
			crisi di autorità va denunciata perché l'azione di coloro che hanno 
			raggiunto i massimi livelli di leadership sia delle nazioni che 
			della Chiesa è un atto sovversivo e criminale. 
				
				 
				
				 
				
				 
				
				Dott.  
			Manocchia: 
				
				 
				
				Nel suo 
			libro Non è Francesco, Antonio Socci sostiene che, dal 
				punto di vista del diritto canonico, l'elezione di Francesco al 
				soglio pontificio non è avvenuta in maniera regolare e che il 
				Conclave del 2013 è illegittimo. 
				
				 
				
				Qual è 
			la tua opinione su questo?
				
				 
				
				Monsignor Viganò:
				
				
				 
				
				Le 
			ricostruzioni di Antonio Socci seguono le cose che si sono lasciate 
			sfuggire Elisabetta Piqué, che è molto legata a
				
				
				Bergoglio, 
			e Austin Ivereigh:
				
					
					sembrano 
			plausibili, anche se non sono supportate da prove inequivocabili. 
					
				
				
				Ma allo 
			stesso tempo non sono mai state smentite dalla Santa Sede, e questo 
			ha fatto sì che le speculazioni sulle dimissioni di Benedetto XVI e 
			sulle manovre della mafia di ST: Gallen in Conclave si siano 
			moltiplicate, creando sgomento, confusione e divisione tra i fedeli. 
				
				
				 
				
				Se 
			pensiamo agli interventi 
				
				del 
			Vaticano
				su 
			innumerevoli temi, il suo silenzio su un tema così importante è 
			sconcertante. Ancora più grande è lo smarrimento per il silenzio dei 
			Cardinali che hanno partecipato a quel Conclave. 
				
				 
				
				Qualche 
			appello al segreto pontificio, ma di fronte ad una possibile 
			violazione delle norme previste dalla Costituzione Apostolica 
			[Universi Dominici Gregis], che renderebbe nulla l'elezione del 
			Pontefice, non c'è giustificazione per questo prolungato silenzio. 
				
				
				 
				
				So da 
			fonte attendibile che quando il cardinale Giovanni Battista Re - 
			che in qualità di vice decano del Collegio cardinalizio ha 
			presieduto il Conclave del 2013 - è stato interrogato privatamente e 
			gli è stato chiesto quale paragrafo della Costituzione apostolica 
			Universi Dominici Gregis fosse la base per il conclave che procedeva 
			a un terzo scrutinio la sera delle elezioni, si rifiutò di 
			rispondere, affermando con enfasi e rabbia che tutto si era svolto 
			regolarmente. 
				
				 
				
				Prima o 
			poi la verità emergerà e il gravissimo danno arrecato alla Chiesa 
			dovrà essere denunciato e riparato. 
				
				 
				
				 
				
				 
				
				Dott.  
			Manocchia: 
				
				 
				
				La 
			Chiesa cattolica [istituzionale], da tempo impegnata 
			nell'ecumenismo, e in linea con la logica di approvazione propugnata 
			dalle oligarchie globaliste, sembra oggi puntare alla creazione di 
			un'unica religione, un sincretismo che mescola dottrine 
			monoteistiche e credenze pagane, come il
				
				
				culto 
			andino della Pachamama.
				
				
				 
				
				Si 
			tratta di un atto di omicidio o piuttosto di un gesto suicida?
				
				 
				
				Monsignor Viganò:
				
				
				 
				
				Tutti e 
			due. 
				
				 
				
				Da un 
			lato, la parte corrotta della Gerarchia - che per brevità chiamo 
			Chiesa profonda - poiché è sottomessa a Satana, odia la Chiesa come 
			Corpo Mistico di Cristo e intende ucciderla, proprio come è successo 
			al Capo della Chiesa. 
				
				 
				
				Ma 
			sappiamo che, come Cristo è risorto, così risorgerà anche il suo 
			Corpo mistico dopo la sua passione. Quindi sì: chi serve il diavolo 
			compie un'operazione omicida, in quanto folle e destinata al 
			fallimento. 
				
				 
				
				D'altra 
			parte, la parte sana della gerarchia è per lo più composta da 
			vescovi e chierici che tuttavia accettano le premesse ideologiche 
			dell'attuale apostasia, poiché accettano il Concilio e la nuova 
			liturgia che trasmette i suoi errori alle masse. 
				
				 
				
				Non 
			vogliono che la Chiesa soccomba, ma si illudono, contro ogni 
			evidenza e dopo sessant'anni di fallimento, pensando che il Concilio 
			sia stato solo male interpretato, che la nuova Messa sia celebrata 
			male ma che si possa tornare a una certa dignità nella liturgia, che 
			l'ecumenismo è buono purché lo sia solo con gli ortodossi 
			[orientali] ma non con gli idolatri. 
				
				 
				
				Ma se 
			non sono convinti che la crisi è iniziata con il
				
				
				Vaticano 
			II, 
			se non capiscono che è stato il Concilio a causare questo disastro e 
			che per porvi rimedio, è necessario tornare alla fede, alla morale e 
			alla liturgia che esistevano prima Consiglio, sono inconsapevolmente 
			parte del problema. 
				
				 
				
				Essi, 
			pur con le migliori intenzioni, rappresentano quella parte dei 
			moderati che, di fronte a un attacco su tutti i fronti, se non 
			combattono, costituiscono un ostacolo alla soluzione della crisi. 
				
				
				 
				
				Il loro 
			appoggio al Concilio e la mentalità secolarizzata della Chiesa 
			profonda rendono il loro gesto certamente suicida. 
				
				 
				
				 
				
				 
				
				Dott.  
			Manocchia: 
				
				 
				
				Bergoglio ha vigilato sugli ordini più tradizionalisti:
				
					
					i 
			Francescani dell'Immacolata, le Piccole Sorelle di Maria Madre del 
			Redentore. 
				
				
				È forse 
			allergico alle vocazioni autentiche o i beni di queste congregazioni 
			fanno gola a qualcuno?
				
				 
				
				Monsignor Viganò:
				
				
				 
				
				In un 
			momento in cui la Chiesa sta soffrendo la drastica riduzione delle 
			offerte e delle donazioni dei fedeli a causa della crisi economica 
			causata dalla 
				
				psicopandemia, 
			della chiusura delle chiese e del disgusto di molti cattolici per 
			l'opera di Bergoglio e dei vescovi, è evidente che raccogliere un 
			po' di denaro e beni immobili è un modo conveniente per riempire le 
			disastrose casse vaticane. 
				
				 
				
				Ma il 
			vero motivo, quello che motiva ogni azione della Chiesa bergogliana, 
			è l'odio implacabile per la Tradizione, di cui gli ordini 
			contemplativi e conservatori sono una manifestazione eloquente. 
				
				
				 
				
				Immaginate la rabbia di questi modernisti che - nello stesso momento 
			in cui le comunità più progressiste si stanno estinguendo e gli 
			ordini religiosi scompaiono per la crisi delle vocazioni, e la 
			perdita di molti che hanno abbandonato la vita religiosa - 
			testimoniano la rifioritura di monasteri e istituti in cui c'è 
			disciplina, fedeltà alla regola del fondatore, vera povertà, 
			penitenza, spirito di raccoglimento e
				
				
				liturgia 
			tridentina.
				
				
				 
				
				Tutto 
			ciò rende evidente il loro fallimento [dei seguaci di Bergoglio] e 
			quindi deve essere eliminato, perché non si veda che la Tradizione 
			ha un seguito molto maggiore (e ne avrebbe molto di più, se non 
			fosse sistematicamente boicottato) rispetto a quello postconciliare 
			la religione con i suoi sacerdoti senza tonaca, le sue monache senza 
			velo, i religiosi che non pregano e le sue chiese vuote. 
				
				 
				
				Nella 
			mente di Bergoglio le uniche vocazioni che meritano la sua 
			approvazione sono quelle moderniste, inclusive, rivolte alle 
			periferie esistenziali, e composte dal nulla dottrinale, vuoto 
			morale e triti slogan umanitari. 
				
				 
				
				Non 
			appena una vocazione mostra segni anche vaghi di essere genuinamente 
			cattolica e animata dal desiderio di dare gloria a Dio e 
			salvare le anime, viene attaccata come espressione di clericalismo, 
			intolleranza, fondamentalismo, rigidità...  con tutto il repertorio 
			bergogliano di parole più o meno offensive che è una delle tecniche 
			utilizzate per criminalizzare l'avversario, metodo già sperimentato 
			con successo fin dal Concilio. 
				
				 
				
				 
				
				 
				
				Dott.  
			Manocchia: 
				
				 
				
				Papa
				
				
				Francesco
				ha 
			elogiato il multiculturalismo, l'ecologismo e l'immigrazione, ha 
			ricevuto 
				
				Soros e
				
				
				Bill 
			Gates in 
			Vaticano e ha svolto il ruolo di promotore di sieri genetici 
			sperimentali. 
				
				Si 
			potrebbe ipotizzare che ci sia una correlazione tra la sua opera e 
			la sua formazione di gesuita?
				
				 
				
				Monsignor Viganò:
				
				
				 
				
				Se 
			dovessimo limitarci a "ipotizzare" questa correlazione, mostreremmo 
			almeno ingenuità e incuria. 
				
				 
				
				La
				
				
				Compagnia 
			di Gesù, 
			che fu tra gli Ordini più importanti della Chiesa, è stata presa di 
			mira dall'azione del diavolo, che ne ha corrotto il carisma e lo ha 
			progressivamente deviato ben prima del Vaticano II, ed è oggi il 
			corpo aggredito, per così dire, con cui la Chiesa profonda demolisce 
			ciò che resta della Chiesa Cattolica per sostituirlo con una ONG 
			amorfa che possa fungere da "contenitore" della Religione 
			dell'Umanità voluta dai 
				
				Massoni
				e 
			dal 
				
				Nuovo 
			Ordine Mondiale, 
			coerente con i fondamenti ideologici stabiliti dal Concilio. 
				
				
				 
				
				Come 
			ogni gesuita, Bergoglio è prima gesuita e poi cattolico. 
				
				 
				
				Per 
			questo motivo è ancora vietato ai Gesuiti salire nei ranghi della 
			Gerarchia, motivo per cui gli argentini hanno dovuto chiedere al 
			Papa una dispensa perché fosse consacrato arcivescovo di Buenos 
			Aires. 
				
				 
				
				Se 
			quella dispensa non fosse stata concessa e fosse stata invece 
			rispettata la Regola di Sant'Ignazio, ci sarebbero stati risparmiati 
			i disastri che abbiamo visto dal 2013. 
				
				 
				
				È 
			evidente che i Gesuiti hanno svolto un ruolo di primo piano non solo 
			nell'attuazione della rivoluzione conciliare, ma anche nel manovrare 
			per portare uno di loro al trono di Pietro. 
				
				 
				
				 
				
				 
				
				Dott.  
			Manocchia: 
				
				 
				
				Nel 
			2009, in qualità di Segretario del Governatorato, ha ripristinato il 
			bilancio del Vaticano in modo formidabile. Si passa infatti da un 
			disavanzo di 8 milioni di euro a un avanzo di oltre 34 milioni di 
			euro. 
				
				 
				
				Nel 
			perseguire questa linea di trasparenza e combattere la corruzione, a 
			quanto pare hai pestato i piedi. Dopodiché, guarda caso, ti hanno 
			nominato Nunzio Apostolico negli Stati Uniti. 
				
				 
				
				Si 
			trattava, come dicevano i latini, di "Promoveatur ut amoveatur" 
			[Promuovere per togliere]?
				
				 
				
				Monsignor Viganò:
				
				
				 
				
				La mia 
			nomina a Nunzio Apostolico negli Stati Uniti fu decisa dall'allora 
			onnipotente Segretario di Stato Cardinal Bertone. 
				
				 
				
				All'epoca ero Segretario Generale del Governatorato dal luglio 2009 
			e prima ancora avevo ricoperto l'incarico di Delegato per le 
			Rappresentanze Pontificie presso la Segreteria di Stato. 
				
				 
				
				I miei 
			compiti includevano la preparazione e l'esame dei processi di 
			promozione all'episcopato nella Curia romana e nelle Rappresentanze 
			Pontificie. 
				
				 
				
				In 
			questo ruolo mi ero opposto alla nomina di prelati indegni o 
			omosessuali e avevo proposto, tra l'altro, di togliere il cappello 
			cardinalizio a McCarrick. 
				
				 
				
				Questo 
			mio ruolo mi ha reso impopolare presso i miei superiori ed in 
			particolare presso Bertone, che mi ha convinto ad accettare il 
			trasferimento dalla Segreteria di Stato al Governatorato, come 
			Segretario Generale, con la promessa di promuovermi Presidente al 
			posto del Cardinale Giovanni Lajolo quando andò in pensione. 
				
				
				 
				
				Il mio 
			lavoro per combattere la corruzione e sanare le finanze disastrose 
			del Governatorato è stato contrastato da alcuni, e a partire dal 
			2010 c'è stato un vero e proprio "mobbing" [bullismo sul posto di 
			lavoro] contro di me, con la pubblicazione di articoli diffamatori e 
			infamanti. 
				
				 
				
				Le 
			scandalose accuse, che provenivano dai Sacri Palazzi, diedero a 
			Bertone un pretesto per allontanarmi da quell'ufficio. Mi sono quindi 
			sentito in dovere di informare il Santo Padre, perché sapesse cosa 
			stava realmente accadendo. 
				
				 
				
				Papa 
			Benedetto mi ha chiamato subito, e prima ancora che potessi parlare 
			dei fatti con Bertone, mi ha proposto di nominarmi Presidente del 
			Pontificio Consiglio per gli Affari Economici della Santa Sede, al 
			posto del cardinale Velasio de Paolis. 
				
				 
				
				E lo ha 
			fatto con queste parole precise:
				
					
					"Sono 
			convinto che questo sia il compito con cui potete rendere il miglior 
			servizio alla Santa Sede". 
				
				
				Non è 
			difficile immaginare quali possano essere state le pressioni, la 
			disinformazione e le calunnie nei miei confronti che sono state 
			presentate a Papa Benedetto, che lo hanno spinto a cambiare idea e a 
			nominarmi Nunzio negli Stati Uniti, nomina che ho accettato 
			con spirito di obbedienza, ma non senza soffrire, ben consapevole 
			che si trattava di un colpo di stato della Curia che intendeva 
			vanificare tutta l'opera di sanificazione che avevo svolto nel 
			Governatorato. 
				
				 
				
				Il Santo 
			Padre mi ha scritto:
				
					
					"Mi 
			trovo nella convinzione che la sua provvidenziale posizione in 
			questo momento è la Nunziatura negli Stati Uniti d'America. 
					
					 
					
					D'altra 
			parte, sono certo che la vostra conoscenza di questo grande Paese vi 
			aiuterà a raccogliere la sfida impegnativa di quest'opera, che per 
			molti versi appare decisiva per il futuro della Chiesa universale".
					
				
				
				Il mio 
			incarico ufficiale in quella nazione immensa e amata è giunto al 
			termine, ma quella sfida - alla quale papa Benedetto quasi 
			profeticamente si riferiva e nella quale mi aveva coinvolto - è più 
			aperta che mai. 
				
				 
				
				 
				
				 
				
				Dott.  
			Manocchia: 
				
				 
				
				I tuoi 
			interventi lucidi, focosi e coraggiosi contro il Nuovo Ordine 
			Mondiale ti hanno portato spiacevoli conseguenze, minacce e attacchi 
			mediatici?
				
				 
				
				Monsignor Viganò:
				
				
				 
				
				Già dopo 
			le mie rivelazioni sugli scandali dell'allora cardinale McCarrick, 
			dovevo prendermi cura della mia sicurezza. 
				
				 
				
				Le mie 
			dichiarazioni sulla farsa 'pandemica', che ricordo iniziarono nel 
			maggio 2020, all'epoca mi procurarono insulti e linciaggi verbali, 
			accuse di indebita interferenza o che stavo promuovendo teorie del 
			complotto. 
				
				 
				
				C'è 
			stato anche chi ha detto che non sono stato io a scrivere le mie 
			dichiarazioni; è stato anche insinuato che soffrissi di psicosi e di 
			"delirio di interpretazione", o addirittura di essere posseduto dal 
			diavolo. 
				
				 
				
				Per non 
			parlare delle accuse 
				
				seguite 
			al mio pronunciamento
				sulla 
				
				crisi 
			russo-ucraina, 
			di qualche giorno fa... 
				
				 
				
				Sono 
			rimasto stupito dal fatto che questi attacchi spesso esagerati 
			provengano anche in parte dai circoli del conservatorismo cattolico 
			e della cosiddetta destra politica. In molti casi, coloro che avrei 
			considerato alleati - opponendosi prima alla farsa 'pandemica' e poi 
			alla provocazione bellica - hanno dimostrato di schierarsi dalla 
			parte dell'avversario, al punto da riconoscere l'efficacia e la 
			liceità morale dei cosiddetti vaccini o presentando Zelenskyy come 
			una vittima innocente delle mire espansionistiche di Putin. 
				
				
				 
				
				Ben 
			diversa è la realtà, e negarla o nasconderla per sostenere le 
			proprie tesi o per obbedire ai propri padroni non servirà altro che 
			a rendere ancora più giusta e motivata la condanna dei colpevoli e 
			dei loro complici. 
				
				 
				
				In ogni 
			caso, ringrazio Dio e la Madonna per la buona salute e per la 
			protezione che mi hanno concesso finora. 
				
				 
				
				 
				
				 
				
				Dott.  
			Manocchia: 
				
				 
				
				Il 
			governo Draghi ha approfittato della questione ucraina per 
			prolungare l'emergenza fino al 31 dicembre 2022. 
				
				 
				
				Quali 
			sono le sue previsioni sul futuro politico, economico e sociale 
			dell'Italia?
				
				 
				
				Monsignor Viganò:
				
				
				 
				
				Non so 
			se l'emergenza della Protezione Civile possa essere considerata un 
			prolungamento dell'emergenza 'pandemica', che peraltro è stata 
			dichiarata illegittima e incostituzionale da una recente sentenza 
			del tribunale di Pisa. 
				
				 
				
				Ciò che 
			è chiarissimo, se mai ci fossero dubbi, è che Draghi risponde 
			ai poteri sovranazionali come tanti altri esponenti del suo governo 
			e delle massime istituzioni italiane, con il sostegno di quasi tutto 
			il Parlamento. 
				
				 
				
				In 
			quanto membro di queste lobby, ha il compito di attuare l'agenda 
			globalista anche se contrasta con gli interessi nazionali e 
			il bene dei cittadini. 
				
				 
				
				L'agenda, infatti, consiste proprio nella distruzione del tessuto 
			sociale, economico, religioso e culturale dell'Italia, per attuare 
			quel Grande Reset, il cui ideatore e promotore
				
				
				Klaus 
			Schwab 
				ha 
			recentemente incontrato Draghi. 
				
				 
				
				Non oso 
			fare previsioni, perché la situazione è estremamente incerta e piena 
			di incognite. 
				
				 
				
				Nei 
			piani del Nuovo Ordine Mondiale,
				
					
					L'Italia 
			dovrebbe soccombere, essere invasa da milioni di immigrati, perdere 
			la sua identità cattolica, cancellare le sue tradizioni ed essere 
			svenduta a multinazionali straniere. 
				
				
				Vogliono 
			che siamo schiavi a reddito universale dopo aver espropriato tutto, 
			con servizi e beni pubblici privatizzati, autorizzati solo a 
			viaggiare nei modi che riterranno consentiti, controllati in ogni 
			nostra azione, e vigilati dal perpetuo abbonamento verde, che si 
			chiamerà ID digitale o qualche altro eufemismo allettante. 
				
				
				 
				
				Questo è 
			ciò che vorrebbero fare. 
				
				 
				
				Ma non 
			tengono conto che sono sottomessi all'eterno Perdente e che la 
			Divina Provvidenza potrebbe decidere di risparmiare la nostra patria 
			dalla distruzione, se solo il popolo italiano capisse che i mali 
			presenti sono la conseguenza dei nostri peccati, dei peccati 
			pubblici della nazione, di tutte le nazioni; castigo per aver 
			rinnegato la nostra fede, l'anima della nostra Italia, per aver 
			strappato a Cristo la sua corona di Re universale, e quindi anche 
			vero Re della nostra nazione. 
				
				 
				
				Il 
			Signore ci aiuterà con la sua grazia, ma ci chiede di fare la nostra 
			parte. 
				
				 
				
				Se 
			lottiamo con Cristo, con Cristo celebreremo la vittoria. Se 
			continuiamo a non schierarci o peggio ci schieriamo con Satana, con 
			Satana cadremo nel baratro. 
				
				 
				
				 
				
				 
				
				Dott.  
			Manocchia: 
				
				 
				
				Saresti 
			disposto a fondare una sorta di nuova Santa Alleanza tra tutte le 
			forze dissidenti europee, per unirsi insieme nell'opporsi al 
			diabolico totalitarismo tecno-sanitario che ci opprime?
				
				 
				
				Monsignor Viganò:
				
				
				 
				
				Recentemente ho lanciato un appello per la creazione di un'Alleanza 
			Anti-Globalista, che possa coordinare l'opposizione delle forze 
			buone delle diverse nazioni contro il colpo di stato delle élite.
				
				
				 
				
				Ma 
			questa Alleanza deve essere un'iniziativa dei laici, così come i 
			laici devono dare, sia come cristiani che come cittadini, una 
			testimonianza pubblica della loro Fede e impegnarsi nella politica. 
				
				
				 
				
				Non 
			dimentichiamo che, quando il Signore ci ha esortato "Date a Cesare 
			ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio" (Mt 22,21), ci ha 
			esortato non solo a pagare le tasse, ma anche a compiere il nostro 
			dovere verso la patria, soprattutto quando è messa in pericolo da 
			coloro che hanno come fine ultimo la distruzione della società 
			cristiana tradizionale attraverso un odio inestinguibile contro Gesù 
			Cristo. 
				
				 
				
				Ma 
			mentre il nemico ci ha spiegato nel dettaglio cosa voleva fare per 
			"resettare" il mondo, a cominciare dalla decimazione della 
			popolazione mondiale attraverso la contraccezione, l'aborto e 
			l'omosessualità, le epidemie e i vaccini, dall'altro, i " bravi 
			ragazzi" sembravano intimiditi dal "progresso" e si vergognavano di 
			opporsi a questi progetti criminali con una proposta sociale e 
			politica intransigente. 
				
				 
				
				Mentre i 
			cospiratori hanno formato i loro futuri leader al Forum di Davos e 
			li hanno posti ai vertici delle nazioni e delle istituzioni 
			internazionali - anzi, praticamente tutti quelli al potere oggi, da
				Macron a Trudeau, 
			dalla Merkel a Zelensky - cosa hanno fatto coloro che 
			hanno a cuore la sovranità dello Stato, la protezione della vita e 
			della famiglia tradizionale, la difesa della religione e della 
			morale?
				
				 
				
				Non 
			hanno fatto niente. 
				
				 
				
				Nessuna 
			formazione, nessun investimento nelle future classi dirigenti e 
			nessuna formazione accademica dei leader cattolici secondo principi 
			non negoziabili. 
				
				 
				
				A ben 
			guardare, infatti, è stato rivelatore il tradimento del clero in 
			questo campo, perché accanto all'opera dello Stato profondo in campo 
			civile e anzi quasi per crearne la base ideologica e sociale, la 
			Chiesa profonda si è venduta alle richieste della sinistra. 
				
				
				 
				
				Ha 
			preferito il dialogo ecumenico alla predicazione e alla conversione 
			delle anime;  ha accettato i principi rivoluzionari della 
			Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, e fu la prima a 
			strappargli la Corona Reale di Cristo, diventando l'apostolo della 
			laicità dello Stato. 
				
				 
				
				Oggi, 
			con Bergoglio, il tradimento si è consumato in un'apostasia, con il 
			sostegno all'ideologia globalista, alla migrazioni e, al 
			neomalthusianesimo, al Nuovo Ordine Mondiale e alla Religione 
			dell'Umanità. 
				
				 
				
				La 
			chiesa profonda è stata persino complice della frode 'pandemica' e 
			della vaccinazione di massa, nonostante la presenza di linee 
			cellulari abortive nei sieri e l'irreversibile indebolimento del 
			sistema immunitario che provoca; oggi si pone ipocritamente a fianco 
			del sistema, sostenendo a Zelensky il burattino di Schwab  in 
			Ucraina, contro il presidente 
				
				
				Putin, 
			che è l'unico capo di Stato che si oppone alla 
				
				globalizzazione
				e 
			ai principi criminali che la ispirano. 
				
				 
				
				Per 
			tornare all'Italia, secondo me, servono due cose, per cercare di 
			uscire da questa crisi. 
				
				 
				
				La 
			prima,e più importante, è la formazione di classi dirigenti e veri 
			leader politici che vogliano impegnarsi per il buon governo, 
			applicando il Vangelo nell'ambito sociale. 
				
				 
				
				Ciò 
			ovviamente presuppone che vi siano cattolici disposti a ritornare 
			all'integrità della fede e della morale, senza compromessi e con 
			l'audacia di una coraggiosa testimonianza. 
				
				 
				
				La 
			seconda è la formazione di una coalizione che unisca in partiti e in 
			movimenti che condividono il programma dell'Alleanza Anti-Globalista, 
			riscoprendo anche la vocazione sovranista, federalista e 
			moderatamente liberale che i partiti di centrodestra hanno negato in 
			questi anni. 
				
				 
				
				Insomma, 
			unire l'esperienza precedente (prendendo nota degli errori commessi 
			per non ripeterli) con i nuovi movimenti che stanno nascendo. 
				
				
				 
				
				Penso 
			che questa idea potrebbe essere replicata anche in altre nazioni, 
			che potrebbero così presentare un fronte comune contro il Leviatano 
			globalista.