
di Brandon Smith
04 Settembre 2025
dal Sito Web
BirchGold-BrandonSmith
traduzione di Wlady
09 Settembre 2025
dal Sito Web
ItaliaOltre
Versione originale in
inglese

Mi piacciono le
persone riflessive che odiano la globalizzazione e i globalisti. Il
Grande Reset è in atto ora; fuori il vecchio e dentro il ???
Ecco il
problema.
Si parla della
quarta svolta, ma che dire della prima svolta che seguirà?
L'ordine globale
esistente è praticamente morto.
Ciò che
risorgerà dalle ceneri è la Tecnocrazia, ovvero la dittatura
scientifica, con la tokenizzazione di tutto, un sistema di credito
sociale gestito dall'intelligenza artificiale e una sorveglianza
onnipresente.
Sarà come uno stivale che ti calpesta la faccia, per
sempre.
(Orwell,
1984)
Fonte |
La scorsa settimana, i notiziari erano in fermento per
il recente incontro tra Russia,
Cina e India nella città portuale cinese di Tianjin.
Vladimir Putin, Xi Jinping e
Narendra Modi si sono assicurati di presentare un fronte unito
all'evento, almeno in termini economici.
Ed è chiaro che,
i legami militari tra Cina e Russia si stanno
consolidando.
Lo Shanghai Cooperation Gathering viene trattato
dai media come un monito agli Stati Uniti di fronte all'acuirsi
delle tensioni commerciali.
I giornalisti occidentali sembrano piuttosto
euforici di fronte alla notizia, insinuando che le politiche
tariffarie di
Donald Trump
stiano unendo i nemici dell'America e formando un
asse anti-USA.
La sinistra politica odia Trump a tal punto
che non mi sorprenderei di vederla tifare per Putin e i BRICS
tra un anno o due.
Notizia dell'ultimo minuto per chi non lo
sapesse:
i BRICS
hanno formato la loro alleanza fin dall'era
Obama.
Non è una novità e non ha nulla a che fare con
Trump.
Cosa c'è dietro
l'alleanza BRICS?
Ho seguito la formazione dell'alleanza BRICS dal
2009 e la motivazione principale del blocco economico (in apparenza)
è sempre stata quella di rompere con il dollaro come valuta di
riserva mondiale.
I leader dei BRICS chiedono da anni la fine del
dollaro e l'introduzione di un
nuovo sistema monetario globale.
Tuttavia, il piano non è così incentrato sull'Oriente come molti
pensano.
In altre parole, se sperate che i BRICS "pongano
fine alla globalizzazione" vi sbagliate di grosso.
Infatti, nel 2009 entrambe
la Russia e
la Cina hanno proposto l'idea di
una moneta globale gestito dal FMI, un'organizzazione che molti
pensano sia controllata dagli Stati Uniti.
La realtà è che
è controllata dai globalisti, e
i globalisti non hanno lealtà durature verso nessuno Stato
nazionale.
Sono fedeli solo ai propri interessi.
Il ruolo globalista
nella dedollarizzazione
Qualcuno potrebbe sostenere che la situazione sia
cambiata radicalmente dal 2009, ma non sono d'accordo.
La Cina è ormai inesorabilmente legata al paniere
dei DSP del FMI (SDR synthetic currency)
e la Russia rimane un membro attivo del FMI nonostante la guerra in
Ucraina.
È importante capire che ci sono sempre due linee
temporali diverse quando si tratta di eventi mondiali: c'è il teatro
internazionale più pubblicizzato, e poi ci sono le operazioni delle
istituzioni globaliste che esistono al di fuori della geopolitica.
A mio avviso, i globalisti non sono necessariamente gli "ingegneri"
dietro ogni conflitto o crisi, ma si posizionano per trarne
vantaggio ogni volta che è possibile.
E giocano su entrambi i fronti di ogni conflitto
per trarne il massimo beneficio.
In altre parole,
gruppi come il FMI, la Banca
Mondiale, la BRI (BIS),
il
WEF
e conglomerati da migliaia di miliardi di dollari
come
Blackrock e Vanguard
corteggeranno i BRICS tanto quanto corteggiano
l'Occidente quando si tratta di realizzare un'economia mondiale
centralizzata.
Non è un segreto come dovrebbe apparire questo "Nuovo
Ordine Mondiale".
I partecipanti a
Davos
hanno discusso apertamente delle loro visioni per anni e durante la
pandemia si sono tolti la maschera e si sono crogiolati
nell'"inevitabile" attuazione del loro "Grande Reset -
Great Reset".
In sintesi, ecco cosa vogliono le élite per
l'economia futura:
-
Un sistema globale senza contanti.
-
Un
una valuta digitale mondiale
costruita attorno a un paniere di
CBDC
(Central Bank Digital Currencies).
-
Monitoraggio AI di tutti i registri
finanziari.
-
Una "sharing economy" in cui ogni
proprietà privata è abolita (You will own nothing, and you will be happy).
-
L'uso del "de-banking" per controllare il
discorso civile – il che significa che puoi dire quello che
vuoi, ma potresti perdere l'accesso ai tuoi conti, e forse
persino al mercato del lavoro.
-
Controllo e riduzione della popolazione.
-
Feudalesimo del carbonio in cui le
nazioni pagano tasse tributarie ai globalisti in nome del
"fermare il cambiamento climatico causato dall'uomo" (che
non esiste).
Queste tasse vengono poi ridistribuite alle varie
nazioni come un modo per incentivare la loro cooperazione.
E in ultima analisi, vogliono l'introduzione di
reddito di base universale (UBI -
Universal Basic Income) come un modo per far sì che
ogni individuo dipenda dal governo centralizzato per il proprio
sostentamento, in modo che non pensi mai di ribellarsi.
Questo è ciò che l'élite di Davos intende quando parla di "Grande
Reset".
Il Grande Reset
contro il Reset di Trump
Ho notato, tuttavia, in articoli recenti che i
globalisti sono diventati preoccupantemente silenziosi nell'ultimo
anno.
Non sono più così audaci nei loro discorsi
come lo erano durante la pandemia e i loro piani sembrano
davvero arenarsi.
Ho visto i media, diversi banchieri centrali e
leader politici riferirsi a questo problema come al
"reset
economico" di Donald Trump e trovo questa narrazione
affascinante.
Di cosa stanno parlando esattamente?
Sono in atto reset concorrenti e, in tal
caso, significa che l'agenda globalista è stata deragliata?
Il reset di Trump e la fine di Bretton Woods
Il reset di Trump, se così possiamo chiamarlo, sembra affondare le
sue radici nell'inversione di tendenza degli accordi di
Bretton-Woods del secondo dopoguerra, in base ai quali gli Stati
Uniti divennero di fatto il motore finanziario dell'economia
globale.
Fu allora che si consolidò lo status del dollaro
come
valuta di riserva mondiale, che
l'America divenne il polo dei consumi per l'Occidente e che fu
fondata la NATO.
Sembra un'ottima idea per gli americani, ma
ricoprire questo ruolo è costoso.
Sta lentamente ma inesorabilmente
distruggendo la nostra economia attraverso debito e inflazione.
Molti presidenti hanno utilizzato dazi mirati
dalla Seconda Guerra Mondiale, ma nessuno ha imposto dazi drastici
come Trump.
Spesso paragonati ai dazi Smoot-Hawley di
Herbert Hoover, erroneamente attribuiti alla Grande
Depressione (in realtà furono le banche internazionali e la Federal
Reserve a causarla), i dazi sulle importazioni di Trump mettono i
bastoni tra le ruote al commercio di Bretton-Woods e soffocano il
globalismo,
costringendo le grandi aziende a ridurre le
esternalizzazioni all'estero.
Come ho già sottolineato più volte, le
multinazionali NON sono entità di libero mercato, ma entità
socialiste, costituite dai governi e protette da speciali privilegi
legali ed economici.
Se un'azienda è "troppo grande per fallire" e ha
quindi diritto al denaro dei contribuenti attraverso salvataggi e QE,
allora non è un meccanismo di libero mercato.
Pertanto, non dovremmo preoccuparci se vengono
tassate tramite dazi.
Francamente, penso che il globalismo aziendale e l'interdipendenza
economica dovrebbero essere aboliti, anche con la forza, se
necessario.
Decentralizzazione legittima o caos controllato?
I dazi di Trump, insieme ai tagli ai sussidi esteri e ad altre
politiche economiche, potrebbero, nel giro di pochi anni,
sconvolgere completamente il globalismo così come lo conosciamo.
Quindi, in un certo senso, si tratta
effettivamente di una sorta di "reset economico".
Ma ecco il problema:
gli sforzi di Trump potrebbero finire per
accelerare il reset globalista anziché contrastarlo?
Come accennato in precedenza, la creazione di
stretti legami tra
i paesi BRICS è in corso dal 2009 e
il loro obiettivo principale è stato quello di porre fine alle
strutture create dagli accordi di Bretton-Woods.
In passato hanno dichiarato di volere un
nuovo sistema monetario gestito
dal FMI.
Che i BRICS ne siano consapevoli o meno, i loro
sforzi per sviluppare le CBDC e spodestare gli Stati Uniti si
inseriscono direttamente nel piano di gioco globalista.
Il FMI e la BRI (BIS) hanno lavorato diligentemente (e
silenziosamente) per costruire
un quadro CBDC transfrontaliero e
il FMI ha pianificato la propria
valuta digitale globale costruita
attorno al paniere dei DSP
La BRI a volte si riferisce a questo sistema come
a "Registro unificato - Unified
Ledger".
Le élite bancarie stanno elaborando
un'alternativa al dollaro in preparazione di un imminente
scontro tra Stati Uniti e BRICS?
E il "reset" di Trump è un catalizzatore di
questa crisi?
I dazi di Trump
e la fine del globalismo
Sostengo i dazi di Trump per una serie di ragioni.
Credo che la globalizzazione debba finire.
Credo che la produzione nazionale debba
tornare negli Stati Uniti e che le aziende debbano pagare un
prezzo per la loro esternalizzazione.
Non credo che gli americani debbano fungere
da principale polo di consumo per il mondo intero.
Non credo che sia nostro compito
sovvenzionare il pianeta.
Credo anche che nulla cambierà se non
verranno adottate misure drastiche nel breve termine.
Ma comprendo anche la realtà:
se gli Stati Uniti smettessero di svolgere il
ruolo che hanno svolto dalla Seconda Guerra Mondiale, la maggior
parte delle nazioni del pianeta si troverebbe ad affrontare una
sconvolgente crisi.
-
Gli Stati Uniti rappresentano circa il
30% del consumo globale.
-
Forniamo la stragrande maggioranza degli
aiuti esteri globali (circa
70-100 miliardi di dollari
all'anno), su cui molti paesi hanno imparato a fare
affidamento.
-
Siamo il principale mercato di
esportazione per il mondo e non esiste un sostituto
realistico.
-
Il dollaro e il sistema SWIFT sono i
principali motori del commercio globale.
***
Il reset di Trump costringerebbe davvero la maggior parte delle
nazioni a una situazione disperata?
Una situazione che le costringerebbe a
cercare una soluzione alternativa che altrimenti non
accetterebbero?
I globalisti sono in agguato per offrire
quella soluzione sotto forma di un loro "Grande Reset" e di un
sistema monetario digitale mondiale?
In un modo o nell'altro, l'attuale
interdipendenza economica deve scomparire.
Le multinazionali devono fare i conti dopo
decenni di protezione e trattamento speciale.
La produzione deve tornare negli Stati Uniti.
Gli americani devono smettere di pagare per il resto del mondo
attraverso gli aiuti esteri.
Ma se intendiamo intraprendere questa strada,
dobbiamo anche smantellare tutte
le
organizzazioni globaliste.
Credo che queste istituzioni intendano
sfruttare l'instabilità causata dalla rottura degli Stati Uniti
con gli accordi di Bretton-Woods.
Credo che si siano posizionate, come sempre,
per trarre vantaggio da qualsiasi potenziale conflitto
che potrebbe derivarne.
Non si può permettere loro di usare le nostre
necessarie riforme come trampolino di lancio per realizzare i mali
del
loro Grande Reset.
Un vero "reset" richiederà che la distruzione delle
istituzioni globaliste diventi una priorità...
Altrimenti, qualsiasi azione economica da noi
intrapresa potrebbe in ultima analisi favorire il loro programma.
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