Parte 6

 

Masolino da Panicale "Il Miracolo della neve" (circa 1428)

(Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte, Napoli)

"Il Miracolo della Neve" venne dipinto da Tommaso di Cristoforo Fini, detto Masolino da Panicale, su ordine del papa Martino V Colonna per la chiesa di Santa Maria Maggiore di Roma intorno al 1428. Faceva parte di un trittico a due facce e Vasari lo attribuì a Masaccio che invece realizzò solo uno dei pannelli laterali con i santi Girolamo e Battista. Questo è uno dei più citati "dipinti ufologici", già proposto a partire dai primi anni '70 come testimonianza di avvistamenti di oggetti volanti non identificati (S. Boncompagni, Clypeus n.29, 1970; D. Bedini, Notiziario UFO n. 81, 1979; E. Massa, Il Giornale dei Misteri n. 107, 1980).

" ... abbiamo la rappresentazione visuale di uno stranissimo evento implicante Papa Liborio (352-366 A.D.). Secondo tale tradizione storica, in un sogno il Papa ebbe dagli Angeli l'ordine di costruire a Roma una nuova chiesa nel luogo esatto dove una nevicata miracolosa si sarebbe manifestata. Il giorno dopo, una strana sostanza simile a neve cadde dal cielo contro qualsiasi previsione meteorologica, in una calda giornata d'agosto. Il fenomeno fu limitato alla sola zona di Roma in cui venne poi edificata la basilica di S. Maria Maggiore. (...) Quale fu la causa di questa nevicata "impossibile"? Masolino da Panicale, nella sua pittura, rappresenta una scena dettagliata dell'evento, con la neve che cade da una "nuvola" grossa e allungata, grigiastra e a forma di sigaro, sotto la quale sono visibili delle nuvole più piccole. Un'attenta osservazione di queste ultime, peraltro, mostra che non sembrano nubi normali. Esse sono infatti tutte chiaramente delineate nei loro contorni e tutt'altro che vaporose, e sono poi rappresentate a due a due e in maniera identica con illuminata solo la parte superiore, con la maggior parte dei "dischi diurni" muniti di cupola." (R. Pinotti, in http//www.notizieufo.com/clipeo77.htm )

In questo testo si accenna a una "strana sostanza simile a neve", ma nella leggenda originale si parla solo di "neve" che sarebbe miracolosamente caduta a Roma nell' agosto nell'anno 352.

Secondo la leggenda, narrata dal frate Bartolomeo da Trento nella prima metà del XIII secolo nel Liber epilogorum in gesta sanctorum ,

«la mattina del 5 agosto 352 gli abitanti del colle Esquilino ebbero una strana sorpresa: durante la notte era caduta la neve ed un soffice manto ne ricopriva un tratto. Con tale prodigio la Vergine Maria aveva indicato, ad un patrizio di nome Giovanni ed a sua moglie, che in quel luogo desiderava fosse eretto un tempio in suo onore. Da gran tempo i due anziani coniugi, che non avevano avuto figli, desideravano impiegare le loro ricchezze in un’opera che onorasse la Madre di Dio e, a tal fine, la pregavano con fervore affinché mostrasse loro in qual modo potessero esaudire il desiderio. La Vergine, commossa dalla pietà dei due, sarebbe apparsa loro in sogno dicendo che nel luogo ove la mattina seguente avessero trovato la neve caduta miracolosamente durante la notte, dovevano edificare, a loro spese, una chiesa dedicata al nome di Maria. Emozionato dal prodigio, il mattino seguente Giovanni si recò da papa Liberio, a narrargli l’accaduto: il pontefice aveva, durante la notte, sognato la medesima cosa! Liberio, seguito dal patrizio Giovanni e da un grande corteo di popolo e prelati, si recò sull’Esquilino e, sulla neve ancora intatta, segnò il tracciato della nuova chiesa, che fu edificata a spese del patrizio e di sua moglie.» (da: 'I luoghi giubilari a Roma. Storia, spiritualità, arte', a cura di Andrea Lonardo, Ediz. San Paolo, 2000. )

Nella realtà le cose sembra siano andate diversamente. La fondazione della basilica di Santa Maria Maggiore sul colle Esquilino, risale agli anni del pontefice Sisto III, intorno alla metà del V secolo, e fu la prima chiesa dedicata alla Madonna, ufficialmente definita "Madre di Dio" dal Concilio di Efeso del 431. Forse venne scelto l'Esquilino come luogo per edificare una chiesa dedicata a Maria per eliminare il culto pagano di Giunone Lucina, alla quale erano dedicate le feste definite "matronalia" che si celebravano in un piccolo tempio sullo stesso colle.

La basilica prese il nome di “ad Nives” non prima del X secolo perchè non vi è traccia della leggenda della neve prima di quell'epoca. Nel XII secolo venne istituita la "Festa Dedicationis Sanctae Mariae ad Nives" e ancora oggi il 5 agosto nella basilica, durante la celebrazione della messa, si fanno cadere sull'altare petali di fiori bianchi. La basilica di Santa Maria Maggiore viene chiamata " ad Nives" nella bolla di papa Niccolo IV del 1288, e a quell'epoca risalgono i mosaici di Filippo Rusuti che raffigurano la storia del miracolo, visibili ancor oggi sotto la loggia settecentesca che copre la facciata originale. Ecco sull'antica facciata della chiesa la stessa scena che Masolino dipingerà per un altare all'interno:

A fianco dei mosaici duecenteschi sono stati purtroppo collocati due grossi angeli barocchi, come si vede nell'immagine precedente. Ma tutta la chiesa venne più volte rimaneggiata, fino alla forma attuale che è in massima parte frutto degli interventi e ristrutturazioni commissionati da Gregorio XIII nel 1572, Clemente X nel 1670 e Benedetto XIV nel 1740.

La storia del Miracolo della Neve colpì la fantasia popolare, tanto che molti artisti rappresentarono la scena e diverse chiese dedicate alla Madonna della Neve vennero edificate in altre parti d'Italia. A Firenze troviamo la raffigurazione del miracolo in un affresco nella chiesa di Santa Felicita (Cappella Canigiani) e in una vetrata di Orsanmichele, realizzata alla fine del XIV secolo:

Qui invece vediamo la versione del Perugino, un piccolo dipinto che probabilmente faceva parte della predella di una composizione più grande.

Quest'ultima è la versione di Mathias Grunewald, datata 1517-19:

Matthias Grunewald, Il Miracolo della Neve
particolare: il sogno di papa Liborio
particolare: l'apparizione della Madonna

La storia del miracolo della neve venne quindi narrata mille anni dopo il leggendario avvenimento, e altri cent'anni passarono prima che Masolino da Panicale raffigurasse la scena nel trittico a due facce destinato alla chiesa di Santa Maria Maggiore. La faccia posteriore del pannello con il Miracolo della Neve contiene una raffigurazione dell' Assunta:

fronte - front
retro - back

Dicevamo degli "oggetti volanti non identificati", che sarebbero quelle strane nubi che si trovano sotto una nube più grande sulla quale sono raffigurati Gesù e la Madonna. Ecco un particolare del dipinto, nel quale si nota la neve che cade dalle nubi:

Ma sono davvero tanto "strane" queste nuvole, nel contesto dell'arte del XV secolo? Sembra proprio di no, visto che lo stesso Masolino ha rappresentato nubi simili in altri dipinti, come ad esempio questa Madonna con Bambino:

Anche altri pittori di quel periodo hanno raffigurato nubi stilizzate nello stesso modo: Ecco alcuni particolari tratti da opere di Benozzo Gozzoli:

Si tratta dunque di un modo non realistico ma stilizzato di rappresentare le nubi, come stilizzata e non realistica era l'arte sacra della prima metà del '400.

Se poi vogliamo analizzare l'evento narrato, la nevicata in agosto, possiamo sì considerarlo straordinario ma non impossibile. Anche in epoche più recenti sono registrati eventi atmosferici eccezionali di questo tipo. Sono documentate nevicate sulle coste della Calabria il 12 maggio del 1755, in Lunigiana il 1 luglio del 1756, mentre a Bologna il 1 giugno del 1491 la neve raggiunse "un piede d'altezza" e tre giorni dopo fu Ferrara a coprirsi di neve. Se poi vogliamo trovare una città "imbiancata" proprio il 5 di agosto possiamo pensare a Prato, che nel 2000 venne coperta da una fitta coltre di grandine (in certi punti addirittura 30 cm) mentre la temperatura scendeva a 11° [*].
Non è impossibile dunque che il ricordo di un evento straordinario di questo tipo sia stato tramandato oralmente per secoli, arricchendosi di particolari e trasformandosi infine nel"miracolo della neve".

*da "Dossier: neve e freddo fuori stagione negli ultimi 1000 anni" di Francesco Albonetti.

 

Conclusioni:

Non ci sono UFO nel dipinto intitolato "Il miracolo della neve" di Masolino da Panicale. La leggenda della nevicata estiva sull'Esquilino è un racconto scritto mille anni dopo l'epoca in cui sarebbe avvenuto il miracolo, e le nubi che tanto hanno fatto discutere certi ufologi rientrano nello stile di diversi artisti della prima metà del '400.

In "The miracle of the snow" by Masolino da Panicale there are no UFOs. The story of was written by Bartolomeo da Trento 1000 years after the presumed miracle (a.D. 352) and it became a very popular legend. Many churches dedicated to the miracle was built and many painters represented the same scene. The stylized clouds are similar to other clouds painted by Masolino, Benozzo Gozzoli and other artists of the first half of XV century.

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Tiziano Vecellio "Arianna e Bacco" (1520-1523)

(National Gallery, London)

Nella pagina intitolata "UFO nei documenti e dipinti storici" oltre ai casi più "classici" è citato come ufologico anche questo dipinto di Tiziano: "Quel che si nota sembrerebbe una rappresentazione di una formazione di oggetti, del tipo FCDR-821, formazione circolare per difesa e ricognizione..."

La "formazione" di oggetti volanti non identificati sarebbe quel cerchio formato da otto luci nel cielo, in alto a sinistra. Anche questa volta si tratta di una solenne cantonata, che si sarebbe potuta evitare in un modo molto semplice, informandosi sul soggetto del dipinto prima di darne interpretazioni fantasiose e infondate.

"L'iconografia classica mostra Arianna addormentata al sopraggiungere del dio (...) ma secondo Ovidio ella in quel momento stava lamentando il proprio destino: perciò gli artisti rinascimentali e di epoca posteriore la raffigurano generalmente desta. Bacco afferrata la preziosa corona di Arianna la scagliò nel cielo ed essa divenne una costellazione. (...) Bacco è raffigurato mentre giunge sul luogo sopra al suo carro; a volte con il seguito. Sta balzando al suolo o sollevando Arianna accanto a lui. Le toglie la corona, oppure questa è già in cielo in forma di cerchio sfavillante di stelle."
(da "Dizionario dei soggetti e dei simboli nell'arte" di James Hall)

Ecco altri esempi dello stesso soggetto (cliccare sui particolari per vedere il dipinto intero):

Luca Giordano
Tintoretto
Guido Reni

Conclusioni:

Nel dipinto di Tiziano intitolato "Bacco e Arianna" non ci sono UFO. Il cerchio di stelle nel cielo rappresenta la corona di Arianna che, nel racconto mitologico, viene trasformata nella costellazione della "Corona Borealis".

In "Ariadne and Bacchus" by Titian there are no UFOs. According to the ancient mith, the circle of little lights in the sky represents the Ariadne crown transformed in the "Corona Borealis" constellation.

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Tomba di Ptahhotep (circa 2400 a.C.)

Saqqara, Egitto

In questo caso non abbiamo a che fare con presunti UFO nel rinascimento, ma in un'epoca più remota, quella della V e VI dinastia dell'antico Egitto. Queste immagini della tomba di Ptahhotep, gran visir al tempo del faraone Ises, si trovano pubblicate in molti siti web:

Qui non si parla però solo di UFO, ma di un vero e proprio alieno, che sarebbe raffigurato in quel rilievo dipinto. Ecco cosa si legge in alcune pagine web: "Extraterrestrial Images on the Step Pyramid Saqqara, Egypt and close-up (right)" (http://www.dudeman.net/siriusly/ufo/ast.shtml),

"We were flabbergasted to say the least when we took a closer look at this image and could make out an 'alien grey' in the bottom of the picture! Does this prove that the building and placement of the Pyramids were aided by alien intelligence? (...) The implications of the discovery of this ancient stone picture that includes the alien are absolutely huge! and could be one of the most important clues to alien intervention into our ancient history ever made! We have included an enlargement of 'The Grey'. This picture could explain why the Egyptians appeared to be so technically advanced, and how they were able to build the Pyramids with such precision." (http://www.ufos-aliens.co.uk/cosmicegypt.htm)

Purtroppo per chi si entusiasma tanto per la scoperta del ritratto di un "Grigio" in una tomba egizia, quello non è un alieno. Infatti in un libro illustrato intitolato "All of Egypt" (Bonechi ed.) troviamo un particolare molto più chiaro e dettagliato dello stesso rilievo dipinto:

Si tratta di un vaso che contiene una pianta particolare che veniva offerta agli dei assieme a frutta e animali. Anche in altri punti della tomba di Ptahhotep troviamo raffigurata la stessa pianta. Un portatore ha addirittura in mano un piccolo vaso della stessa forma di quello "alieno":

Altri vasi simili a quello scambiato per un alieno si possono vedere nei dipinti che raffigurano il banchetto rituale offerto agli dei in molte altre tombe egizie. Questo è un particolare dei famosissimi affreschi della tomba di Nebamun (Londra, British Museum):

Conclusioni:

Nel rilievo dipinto della tomba di Ptahhotep a Saqqara non ci sono "alieni grigi" con minacciosi occchi a mandorla. La foto pubblicata in tante pagine web raffigura l'offerta di doni per il banchetto degli dei. In particolare gli occhi del presunto "alieno" sono le foglie di una pianta che esce da un vaso.

In the painted relief of the Ptahhotep grave at Saqqara there are no "grey aliens". The painting represents the "offering to the gods", and in particular the face of the presumed alien is a particular plant in a vase.

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