Maggio 2013

dal Sito Web RinconDelVago

traduzione di Nicoletta Marino

Versione originale

 

 

 

"La fame,

un’arma di distruzione di massa"

 

 

 

Il seguente lavoro è molto importante per la nostra conoscenza come professionisti in affari internazionali poiché ha incrementato la conoscenza di questo problema che fa parte della problematica mondiale che oggi ci riguarda: la fame.

 

Per iniziare a capire questo tema, ci siamo impegnati in una minuziosa ricerca e abbiamo trovato molte informazioni che ci hanno aiutato a introdurci in questa problematica.

"L’uomo che ha fame, che soffre la fame tutta la vita, non è, non può essere un uomo libero; è schiavo della sua fame che lo rende cieco, sordo e senza cuore.”

Castro, Josué

La fame, problema universale

 

 

 

OBIETTIVI

  • Ubicare geograficamente i paesi che soffrono di questa problematica (fame)

  • Comprendere l’origine, le cause e le conseguenze di questo problema

  • Studiare e interpretare questo problema nella nostra società Colombiana

  • Conoscere i fattori (umani, politici e geografici) propri di questa problematica

La fame è  il problema più importante che l’essere umano sta affrontando all’inizio del XXI secolo.

 

La fame è la forma più comune di morire. E’ la principale causa di malattia e il maggior problema sanitario. La miseria è il vero motore del capitalismo, La miseria è il combustibile dell’opulenza.

 

La fame è il problema più importante della Giustizia. E’ l’ostacolo più importante per ottenere la pace nel mondo.

 

 

 

 

PROBLEMATICA

 

Quasi 800 milioni di persone vanno a dormire con i morsi della fame nei paesi in via di sviluppo.

 

Altri 26 milioni in più sono denutriti nelle zone industrializzate dell’Europa dell’Est e dei territori della vecchia Unione sovietica; questo stando alle notizie dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione (FAO).

 

Sei milioni di bambini al di sotto dei cinque anni muoiono ogni anno per la mancanza di nutrimento (FAO) ed è anche la prima causa di mortalità infantile (UNICEF 1998). 1200 milioni di persone vivono con meno di un dollaro al giorno; più di 100 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile; più di 2400 milioni di persone non seguono un’igiene adeguata e quasi 100 milioni di adulti non sanno leggere e scrivere; mentre quasi 500 milioni di bambini non sono andati a scuola.

 

Secondo la FAO, il futuro di questi gruppi di popolazione dipende da degli alimenti che arriveranno nelle loro mani solo facendo uno sforzo su scala internazionale.

 

La cifra di 800 milioni di affamati nel mondo in via di sviluppo supera la popolazione d’Europa e Nord America messe insieme.

"Tutti insieme formano una specie di continente di uomini, donne e bambini che non potranno mai evolversi dal punto di vista fisico e intellettuale per mancanza di cibo", dice la FAO.

La FAO riconosce che ci sono 40 milioni di persone sottoalimentate nelle zone in via di sviluppo nel periodo che va dal 1990 al 1997.

 

In ogni modo, questo abbassamento del dato, dovuto agli sforzi realizzati in 37 paesi poveri, non nasconde il fatto che il numero che riguarda questo stato cronico di denutrizione è aumentato quasi di 60 milioni in più nello stesso periodo.

 

La regione che comprende Asia e Pacifico riunisce quasi 526 milioni (due terzi) dei poveri. E in un solo paese, l’India, soffrono la fame più persone (204 milioni) che nell’Africa sub-sahariana che conta 180 milioni nelle stesse condizioni.

 

I paesi più colpiti da questa problematica sono:

  • Somalia

  • Sudan

  • Angola

  • Sierra Leone

  • Liberia

  • Burundi,

...e adesso anche la Corea del Nord e Colombia.

 

Che succede veramente con questa problematica? Perché c’è tanta fame nel mondo?

 

La realtà è molto diversa poiché ognuno potrebbe pensare che non ci sono risorse sufficienti per alimentare tutta la popolazione mondiale, ma questo non è un fatto certo visto che alla fame si può rimediare! L’agricoltura mondiale permetterebbe di alimentare 12.000 milioni di persone, il doppio dell’attuale popolazione del pianeta!

 

Sono riserve alimentari sufficienti ed è totalmente assurdo morire di fame.

 

In realtà la fame è un’arma impiegata coscientemente da alcuni governi per eliminare gruppi fastidiosi della popolazione del proprio paese. Nonostante sia una violazione dei diritti umani, questo problema si fonda per ragioni politiche, conflitti armati, deliberati sottosviluppi, incompetenza e corruzione, discriminazione e cattiva volontà dei governi interessati.

 

In altre parole, le guerre e i conflitti armati sono cause di insicurezza alimentare: chi ha il controllo sugli alimenti ha il potere, poiché le carestie sono l’arma più efficace, temibile, poco costosa, di uso rapido e semplice, che tutti i governi hanno per ottenere i propri propositi poiché la fame è una fatalità, è essenzialmente politica e si utilizza come un’arma da guerra.

 

Per esempio, la Colombia, è l’unico paese dell’America Latina minacciato dalla fame, ha bisogno di aiuti alimentari con urgenza pere migliaia di abitanti rimasti senza casa a causa della guerra interna che viviamo quotidianamente.

 

Migliaia di persone sono rimaste senza tetto, mangiare e lavoro, cioè non hanno  nulla, hanno tolto loro anche la voglia di vivere e la loro libertà poiché la Colombia è uno dei paesi più colpiti dal flagello della violenza e secondo l’ONU è il paese latino americano dove si violano di più i diritti umani.

 

Fino ad ora la politica non è riuscita a risolvere questo conflitto.

 

Gli altri paesi latino americani con un alto indice di fame sono:

  • Bolivia

  • Haiti

  • Honduras

 

 

 

CHE FORMULA IMPIEGANO?

 

Ci sono tre sistemi risultati infallibili. La formula classica è stata impiegata con successo in Sudan e Myanmar (Birmania).

 

Alcuni anni fa, la Comunità Europea ha inviato in Sudan decine di tonnellate di semi per il foraggio con 233.000 tonnellate di alimenti come aiuti umanitari per combattere la carestia causata dalla guerra civile.

 

Quello stesso anno, nel paese che era governato da un gruppo islamico, i raccolti furono abbondanti e si esportò anche in Libia, mentre la minoranza cristiana del Sud del paese moriva di  fame.

 

I Nubiani, minoranza etnica sudanese, sono stati anche espulsi dalla loro terra e condotti in campi di "pace” o di - concentramento dove aspettavano la morte.

 

Il caso della Birmania è molto simile. Il paese riceve aiuti ma non li lascia arrivare alle minoranze etniche che hanno dovuto abbandonare le loro terre. La gente muore di fame nel tragitto.

 

La seconda formula che si utilizza è fare reclamo e qui Saddam Hussein è stato un pioniere. Si sfrutta l’embargo imposto dalle Nazioni Unite.

 

Da una parte il dirigente iracheno chiede al mondo di far togliere l’embargo e dall’altro non applica misure che potrebbero attenuare la grave situazione che vive il suo popolo.

 

E ancora di più, Saddam ha bruciato raccolti e creato un clima di terrore nella popolazione civile che fugge dalla campagna verso le città che oggi sono autentiche trappole per topi perché non arrivano gli alimenti e la popolazione è in sovrannumero. Quando questa messinscena organizzata è pronta, convoca la stampa mondiale a testimone di quanto succede.

 

La terza formula la provocano i governi incompetenti, quelli che sono accecati dallo loro ideologia.

 

Il resoconto di Acción contra el Hambre cita come esempi il caso della Corea del Nord e del fondamentalismo islamico che in Afganistan ha lasciato senza fonti di entrate migliaia di case per il semplice fatto che il capofamiglia è una donna.

 

 

 

 

MAPPE DELLA FAME

 

La FAO ha appena reso pubbliche le nuove "mappe della fame” che mostrano come è distribuita la denutrizione cronica nel mondo, utilizzando come indicatore l’atrofia della crescita tra i bambini più piccoli di cinque anni.

 

Un bambino più piccolo di cinque anni non si rimetterà del tutto perché la denutrizione in questo periodo di età è fondamentale nella crescita e provoca lesioni permanenti.

 

Le mappe della FAO (immagine in basso) mostravano stime della percentuale di persone denutrite che ci sono nei paesi partendo dalla disponibilità di alimenti e dal profilo demografico, ma non calcolano il numero delle persone che c’erano in quei posti.

 

L’informazione attuale è riassunta in due mappe:

  • Una dà la percentuale

  • L’altra, il numero di bambini con atrofia di crescita in tutto il mondo.

Uno sguardo a questa geografia dimenticata ci fa vedere un mappamondo a colori, i colori della fame.

 

Queste mappe della FAO che non hanno niente a che fare con frontiere o geografia scolastica, ci rivelano che solo in un paese come l’India, più di 5 milioni di bambini e bambine con meno di cinque anni soffrono le conseguenze della mancanza di alimento e altrettanti in Indonesia.

 

O possiamo anche dire che la metà dei minori di quell’età in buona parte del sud est asiatico sono affamati ogni giorno.

 

 


 



 

 

 

 

 

CONCLUSIONI

 

A conclusione di questo lavoro possiamo dedurre che tutte le crisi alimentari sono il prodotto della violenza che esiste, della corruzione dei regimi locali, della cattiva volontà dei governi, della discriminazione verso gruppi interi di popolazioni, etc.

 

Eppure raccomandiamo agli stati di preservare l’acqua e gli alimenti per farne un uso migliore.

 

Una possibile soluzione è allertare le ONG e tutta la comunità internazionale della gravità del problema poiché la fame è un problema che si può evitare sia in Africa sia in America, anche in Europa dell’Est e nella vecchia Russia.

 

  • La fame è il problema più importante che l’essere umano ha fatto emergere all’inizio del XXI secolo. La fame è la forma più comune di morte. La fame è il problema più importante per la pace.

     

  • Non esiste una volontà politica di far finire la fame. Se gli obiettivi del 1996 non sono stati raggiunti lo si deve a una mancanza di una cultura di solidarietà e all’esistenza di relazioni internazionali caratterizzate dal pragmatismo dove brilla per l’assenza ogni etica e morale.

     

  • La miseria è il vero motore del capitalismo. La miseria è il combustibile dell’opulenza. Il sistema si mantiene con il numero degli esclusi e supererà le sue contraddizioni. Fino a quando? E’ la domanda fondamentale vista dalla prospettiva delle vittime.

     

  • In fin dei conti si tratta di controllare la miseria, di mantenerla nei margini che permettano allo stesso tempo di fare buoni affari e far rendere il mercato, che impedisca l’esplosione del sistema dei privilegi che è stato creato e fa soffrire molto.

     

  •  L’AIDS, il piano Colombia (lotta contro il narcotraffico) o il terrorismo, sono scuse che si usano per creare un ambiente di sospetti a livello mondiale, per dare la colpa della povertà ai poveri stessi, e disattivare così la bomba della fame.

     

  • Non è facile appagare l’ansia di Libertà, di Protagonismo e di Giustizia che è presente nel cuore di ogni essere umano e dei suoi popoli. Di fronte a tanta ingiustizia e alla tentazione di rispondere con una violenza sovversiva, bisogna promuovere una nuova cultura, quella della non violenza, bisogna credere nel piccolo organizzato, nel potere della società civile: una cultura con una forte base spirituale e in definitiva una grande fede nell’uomo.