di Libre Pensadora

04 Febbraio 2016

dal Sito Web GazzettaDelApocalipsis

traduzione di Nicoletta Marino

Versione originale in spagnolo

 

 

 

 

 

 

 

Alcuni giorni fa abbiamo saputo che un ragazzo di Madrid di 11 anni, vittima di bullismo, aveva deciso di togliersi la vita poiché non voleva tornare a scuola come spiegava in una lettera che ha lascito alla sua famiglia prima di morire.

 

La notizia è corsa come polvere sui mezzi do comunicazione.

 

Presentatori della televisione annunciavano il fatto con la faccia compunta, esperti in psicologia infantile apparivano nei programmi per parlare del fenomeno del bullismo nelle scuole e tutti si indignavano sulle reti sociali unendosi al clamore popolare condannando la piaga del bullismo.

 

 

 

 

A questo punto devo ammettere che mi risulta abbastanza curioso (per non dire un'altra parola) vedere certi ex compagni di classe condividere questa notizia su Facebook, con commenti ipocriti come "bisogna smetterla col bullismo", "perché gli spudorati bulli"… gli stessi che ai tempi loro si dedicavano a rendere impossibile la vita di altri studenti, o che erano consenzienti con il tipico bullo che passava tutta la giornata insultando o aggredendo un'altra persona.

 

La realtà è che a nessuno importa del bullismo.

 

Sì, tutti ci mettiamo le mani nei capelli e ci strappiamo i capelli quando un ragazzino o una ragazzina si suicidano per colpa del bullismo nella scuola, però questo succede tutti i giorni e in tutti i centri educativi e la "soluzione" arriva sempre allo stesso punto:

incolpare la vittima e non il molestatore.

Il classico, "la colpa è tua perché provochi" lasciamo stare…

 

Qualcuno dirà che esagero, che se in televisione appaiono annunci del tipo "con il molestatore, tolleranza zero", che se nel mio istituto forse espellevano tre giorni il bullo della classe, etc. etc…

 

La realtà, però, è che quando uno studente soffre a causa del bullismo, il protocollo nella maggior parte dei centri è sempre lo stesso.

 

 

 

 

Se la vittima non ne parla, allora non succede niente.

 

Se la vittima si fa coraggio e lo racconta a un professore o ai genitori, allora quello che si fa è portare la persona dall'orientatore o psicologo del centro educativo in questione (come se fosse la vittima che ha un problema psicologico).

 

Allora la diagnosi è che ha una "personalità passiva" o in altre parole le viene detto che è una persona debole, codarda e che quello è il motivo per cui gli altri gli danno contro senza pietà.

 

Si spiega che nel mondo ci sono persone forti e persone deboli, utilizzando un discorso darwinista che distorce fortemente la realtà (adesso risulterà che il Signor Rockefeller ha più potere di tutti noi perché è evolutivamente superiore).

 

E allora alla vittima si danno una serie di vaghi e ambigui consigli affinché migliori la sua "autoaffermazione" presupponendo che il fine sia che si sposti più verso i forti e meno verso i deboli.

 

Il secondo atto è dire alla vittima che "deve integrarsi di più", che deve evitare di restare sola e di andare insieme alle persone della classe anche se deve sopportare commenti brutti e sguardi di schifo, che deve adottare gli stessi valori, atteggiamenti e comportamenti del resto del gruppo così da essere accettata…

 

E questo sfortunatamente si traduce nel fatto che la vittima per "integrarsi" deve stare al gioco e partecipare alla molestia contro un altro compagno (nel bullismo c'è sempre più di una vittima in tutte le classi).

 

 

 

 

Fortunatamente molte vittime fanno resistenza e non si trasformano nella stessa classe di scorie umane come i loro molestatori e sopportano gli anni di scuola obbligatoria.

 

Però tutti sono d'accordo sul fatto che non hanno iniziato a sentirsi liberi, a stare in pace con loro stessi fino a che non lasciano la scuola.

 

A tutte queste persone, quelle che hanno patito la molestia e che adesso sono molestati:

  • A cosa serve loro vedere spots di 30 secondi finanziati dal Ministero per l'Educazione?

  • A cosa servono i falsi commenti di sostegno nelle reti sociali?

  • A cosa servono i servizi "di ricerca" sensazionalisti in televisione?

  • A che serve tutto questo chiasso se dopo nei loro centri educativi i direttori e i professori pensano che sono "cose da ragazzi", "esagerazioni" e decidono di uscire olimpicamente dal tema addossando alla vittima tutta la responsabilità?

  • A che pro tanto sforzo se le stesse emittenti che si battono il petto propongono delle serie tv dove il bullismo si giustifica e si esaltano i molestatori?

 

 

 

Mi vengono in mente alcune serie spagnole dove un ragazzo intelligente, omossessuale e con gli occhiali è il bersaglio degli attacchi dei suoi compagni e lo si presenta come "grazioso e divertente".

 

La molestia studentesca è fatta su ragazzi e ragazze di tutte le età, condizione, nazionalità, orientamento sessuale o religione.

 

Alla molestia sono sottoposti

  • Coloro che prendono I voti migliori e anche quelli che sono stati sospesi.

  • Coloro che hanno più carattere e quelli che ne hanno meno.

  • Le persone timide e sì gli psicologi del mondo: c'è gente estroversa e introversa e socievole che sono sottoposti al bullismo.

Creare un profilo o stereotipo di vittima del bullismo serve solo per continuare a pulirci la coscienza incolpando la vittima della sua situazione, e nascondere la realtà:

che il bullismo in fondo è uno strumento di controllo sociale per far tornare nel gregge quelle persone che per una ragione qualunque

  • Non vogliono o non sono capaci di rinunciare alla propria personalità e assimilarsi nel gruppo a cui appartengono.

  • Oppure non vogliono seguire il capo tiranno della classe e baciargli i piedi come fa il resto dei compagni.

 

 

 

Questa è la ragione per cui il bullismo viene legittimato, giustificato e come abbiamo detto lo si fomenta anche, nonostante le ipocrite consegne contro la molestia scolastica da parte di tutti per fare bella figura ed essere politicamente corretti.

 

Questa è la ragione per cui non si prenderanno mai misure che combattono veramente questo problema che consistano nell'individuare la persona che fa la molestia (e anche i suoi complici) e non verso chi lo o la riceve.

 

Perché in fondo il bullismo è la forma crudele di questa società malata di insegnare ai più giovani l'alto prezzo che ha l'essere diverso, quanto devono pagare per non sottomettersi ai capricci di un'autorità imposta.