di Alberto Medina Méndez

23 Agosto 2015

dal Sito Web TeoduloLopezMelendez

traduzione di Nicoletta Marino

Versione originale in spagnolo

 

 

 

 

Zona di Tolleranza

 

 

 

La corruzione si infiltra nei governi da molto tempo…

 

La sua onnipresenza intossica e il suo permanere si basa sulla sua natura strutturale, che è la cosa che non consente di sradicarla. La sua potenza è tale che è arrivata ad essere considerata naturale nell'ambito della società dove è stata incorporata come parte del paesaggio e così ci si convive quasi senza scandalizzarsi.

 

Questo fenomeno culturale è penetrato con una tale forza che non solo i corrotti credono di essere nel giusto e sono convinti che chiunque farebbe lo stesso al loro posto, ma anche coloro che capiscono che questo modo di vivere non è corretto sembrano essere caduti nella trappola della bonomia.

 

Il danno generato da questa perversa abitudine sciocca solo quando si svuotano le casse dello Stato sotto qualsiasi forma, quando si saccheggiano i mezzi dell'intera società.

 

Il tema è ancora più complesso e la portata del deterioramento morale è molto più profondo di quanto immaginiamo.

 

E' incredibile osservare come si sia spostata la soglia che traccia la linea tra le persone integre e i criminali. La saggezza popolare metterà nella lista dei corrotti chi delinque per oscenità, chi lo fa con una gran faccia tosta e nessuno scrupolo.

 

I furbi, quelli che si moderano, I più educati e I meno cafoni rimarranno fuori da ogni responsabilità. E' l'esperienza quotidiana che ci dice che tutti coloro che guidano i destini del governo, dovranno farlo in un modo o nell'altro, quindi ciò che alla fine è importante è la forma ed eventualmente le quantità e non necessariamente il comportamento.

 

E' molto scioccante seguire da vicino quei dialoghi in cui sembra vitale passare il potere ai delinquenti di turno e rimpiazzarli poi con altri che, fanno la stessa cosa, ma hanno avuto cura di non assomigliare molto ai loro predecessori.

 

E' tempo che la società si sinceri del tutto e si animi a rendere espliciti quali sono i suoi veri valori morali.

 

E' importante sapere a questi livelli, se la corruzione è assolutamente inaccettabile o se si tratta di rifiutare l'insolenza e la grossolanità, di mettere in dubbio i modi e certi sgradevoli stili personali.

 

Per quanto sia triste, si è stabilito con forza un modo di essere troppo frequente che si basa su argomenti fragili, di grande debolezza sia intellettuale sia di una relatività morale che fa spavento.

 

Persone intelligenti, che hanno studiato, senza problemi economici che condizionano la loro esistenza, sono coloro che militano con più veemenza in questa eterna e inspiegabile doppia morale.

 

Fanno dichiarazioni contro i malfattori criticando la loro indecenza cronica, ma con lo stesso entusiasmo idolatrano personaggi dalla dubbia reputazione che si mostrano come una versione attenuata di comportamenti simili.

 

Alla fine è solo questione di grandezze. Coloro che rubano molto sono considerati corrotti, coloro però che lo fanno con moderazione esiste un indulto sociale del tutto incomprensibile.

 

E' una situazione patetica, ma propria del nostro tempo. Una fetta importante della nostra società, aspira solo a eleggere i ladroni più civilizzati, simpatici e discreti. Gli onesti non appaiono nella lista e allora la comunità opta tra i differenti delinquenti.

 

Il problema di fondo è che le persone d'onore non partecipano abbastanza nel cambiare l'essenza della politica, anche se è giusto riconoscere che molti hanno cercato di farlo.

 

Alcuni, invece di fare il massimo sforzo, si sono trovati di fronte a un tutto molto più complesso di quanto previsto. In pochi hanno perseverato e ancora seguono quel difficile cammino. Altri hanno deciso di desistere davanti alle infinite e insormontabili difficoltà.

 

Un gruppo importante di coloro che sono entrati in politica per portare integrità, decisero di cambiare ed accettare le impietose regole del gioco, claudicando sulle proprie convinzioni adottando l'argomento comodo di accettare il fatto che non esiste altro modo di fare politica se non quello di abbandonare i loro principi.

 

E' importante non rassegnarsi con tanta docilità e credere che tutto continuerà a essere uguale solo per il fatto che è sempre stato così.

 

I cambiamenti si ottengono essendo convinti in primis che è possibile ottenerli. Le utopie smettono di esserlo quando si agisce in sintonia con i propri sogni. Se non si fa niente al riguardo, continueranno ad esistere solo come ideali vuoti di cui nessuno si occupa.

 

E' ovvio che ci sono determinate circostanze nelle quali bisogna scegliere il male minore. Il pragmatismo non va messo da parte quando ci si trova davanti ad una situazione limite. Molte volte si tratta proprio di scegliere l'alternativa meno gradevole.

 

Quello che è inammissibile è diventare un entusiasta propulsore di un gruppo di banditi, con l'aggravante di dissimulare deliberatamente i propri vizi inoccultabili, di minimizzare i propri difetti per trasformarli in campioni artificiali dell'efficienza e dell'onestà.

 

Purtroppo sono quello che sono: solo ancora di più della stessa pappa.

 

In ogni caso possono essere accettati come parte di una infelice transizione che permetta poi di iniziare a costruire una opzione di livello superiore, molto migliore, più accettabile, quella che vale la pena promuovere e per la quale si possa provare un orgoglio genuino.

 

Il cammino consiste nell'essere abbastanza critici, essere disposti a far parte di una costruzione realmente virtuosa ed evitare la infantile compiacenza di sempre, quella che finisce con l'essere l'indecenza per l'indulgenza…