17 Giugno 2017

dal Sito Web PijamaSurf

traduzione di Nicoletta Marino

Versione originale in spagnolo

 

 

 

 

 

 

 

Facebook e Google si stanno trasformando

nei due grandi imperi globali e di conseguenza sta distruggendo

il giornalismo tradizionale

in gran parte del mondo.

 

 

 

Il dominio di Google e Facebook continua a crescere, mentre i mezzi di comunicazione che non sono nello specifico anche società tecnologiche sono nel caos.

 

Il sito Poynter riporta che questa settimana, la società Time Inc. ha annunciato che licenzierà 300 persone per cercare di essere più efficiente.

 

Questa settimana anche l'Huffington Post ha dichiarato che licenzierà 39 membri del suo staff, e Verizon, la società a cui appartiene questo giornale, acquisterà Yahoo. Lo stesso avviene per il popolare sito di notizie Vocativ che ha comunicato che non terrà più il suo staff editoriale, che si tratta di una decisione strategica per accentrarsi solo sulla produzione di video.

 

Due settimane fa, il New York Times ha annunciato che ridurrà la sua squadra editoriale, per concentrarsi su un contenuto visivo. Si potrebbero citare altri casi, come per esempio quello del The Guardian, che negli ultimi mesi ha chiesto ai suoi utenti delle donazioni.

 

Il tema è inerente a come questi media vivono la pubblicità digitale.

 

Facebook e Google però, che controllano in gran parte la popolarità di tutti i media digitali, dirigono il traffico e possiedono anche la maggior parte della torta pubblicitaria.

 

Diversi rapporti del primo quarto dell'anno mostrano che Facebook e Google incamerano il 71% del denaro che si spende in pubblicità on line; tutte le altre società incamerano il 29%.

 

Nel 2015 era solo il 64%, c'è quindi una marcata tendenza verso il duopolio.

 

Evidentemente, come è risultato chiaro con cose come la cosiddetta cassa di risonanza e la bolla sui filtri che abbiamo visto con le ultime elezioni negli Stati Uniti, questo squilibrio di potere è pericoloso e riguarda tutti gli strati politici e sociali.

 

Tutto ciò ha l'effetto di ridurre drasticamente la qualità dell'informazione che si genera sui giornali, poiché sempre più persone producono contenuti gratuiti e il contenuto virale è quello che predomina, quindi ci sono pochi incentivi per investire in contenuto di qualità.

 

E' indubbio, che questo potrà essere uno dei grandi problemi che affronteremo in futuro come società.

 

Quando i mezzi di comunicazione sono prima di tutto una società di tecnologia, dobbiamo essere fiduciosi nella scelta che fanno gli algoritmi e nella loro capacità di darci ciò che è rilevante.

 

Fintanto che questi algoritmi sono programmati di base solo per incrementare i guadagni delle suddette compagnie, ci troviamo di fronte alla totale disumanizzazione delle notizie.

 

Per tutto questo e per il fatto che i loro algoritmi sono segreti ed esistono delle scappatoie legali che consentono di non rendere conto di nulla, le accademiche Ellen P. Goodman e Julia Powles hanno definito Google e Facebook,

"gli imperi più potenti e furtive che siano mai esistiti nella storia dell'umanità" in questo articolo del The Guardian (uno di quegli articoli che forse vedremo nei prossimi anni).

Queste professoresse universitarie fanno un'interessante analogia:

Facebook e Google non si possono definire: sono piattaforme, sono media, sono reti sociali, sono motori di ricerca, etc…

Quello che sì possiamo dire è che noi siamo i media, il contenuto di questi giganti, gli utenti e siamo anche i loro prodotti e questo è qualcosa di unico nella storia.